15/09/2022

“Uno degli elementi di forza e di credibilità, per una democrazia parlamentare, è rappresentato dal rapporto tra gli eletti in parlamento, senatori e deputati, e i cittadini elettori. Un rapporto che non si può esaurire nell’esercizio del diritto di voto, tra elettorato attivo e quello passivo, nella sola giornata delle elezioni, ma si deve sostanziare, nella continuità di un dialogo, per l’intera legislatura, tra chi ha espresso la sua fiducia, al partito o al parlamentare, e chi ha ricevuto il mandato: dialogo da tenere sui territori e nei collegi di appartenenza, attraverso la partecipazione e le organizzazioni di base delle forze politiche, come previsto dalla nostra costituzione. Il confronto diretto, fisico, tra cittadini elettori e parlamentari, rappresenta la linfa vitale della democrazia, non surrogabile con l’utilizzo massiccio dei social, per la loro natura quasi sempre unidirezionale. Questa prassi, civile e politica, prima che partitica, si realizzava, settimanalmente, nel corso della vituperata prima repubblica. I parlamentari erano in grado di sentire il polso degli cittadini, di ascoltarne i bisogni e le riflessioni, sulle decisioni dei governi, sulle leggi, sulla politica economica ed estera. Dibattiti memorabili. Questa prassi, nella seconda repubblica, è stata progressivamente debilitata dalle diverse leggi elettorali, che si sono succedute, e definitamente distrutta dall’ultima, il famigerato Rosatellum. Con la conseguenza di due legislature, disgraziate e inconcludenti, che hanno partorito governi contraddittori e alimentato, in misura abnorme e allarmante, il trasformismo parlamentare, la sfiducia tra i cittadini elettori e gli eletti, i cosiddetti voltagabbana. Due mondi separati: la casta dei parlamentari, da una parte; i cittadini elettori dall’altra, senza nessun raccordo, informazione o confronto di idee. Unimpresa paventa che la prossima legislatura, che uscirà dalle urne il 25 settembre, farà di peggio, per due aggravanti: il taglio dei parlamentari, con la inevitabile restrizione degli spazi di dialogo con la base, causa i maxicollegi; la vergognosa e infausta scelta partitocratica delle candidature, ristrette ai rispettivi clan dei leader o paracadutate dall’alto, nei collegi, del tutto estranee alla vita democratica dei territori. Eletti-fantasma, che non avranno più alcun rapporto con la base. Si nutre, purtroppo, il fondato timore che la prossima legislatura, a fronte delle drammatiche emergenze da affrontare, possa essere ancor più disgraziata e inconcludente delle due precedenti, con tutti i rischi connessi” lo ha dichiarato, in una nota, Raffaele Lauro, segretario generale di Unimpresa.

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