02/12/2015
Senatore, è prossimo alla pubblicazione del suo terzo romanzo “Dance The Love - Una stella a Vico Equense”, mentre prosegue la presentazione, tra grandi consensi, in tutta Italia ed all’estero, del libro “Caruso The Song - Lucio Dalla e Sorrento”. Ma l’attualità di questi giorni, con i fatti di Parigi, richiama il primo testo di questa trilogia “Sorrento The Romance”, dove racconta del rapporto conflittuale tra Cristianesimo e Islam, alle soglie dell’età moderna. Allora atti di pirateria, una forma di guerriglia, oggi terrorismo. La soluzione al conflitto religioso che pare trasparire dal romanzo è che la pacificazione richieda una contaminazione tra culture e credenze. E’ così? Ed oggi questo proposito è realizzabile?
Il terzo romanzo de “La Trilogia Sorrentina”, l’atto mio di amore per la terra natia, è dedicato ad un personaggio straordinario, la grande danzatrice russa, Violetta Elvin, la quale, da circa un mese, ha felicemente compiuto il novantaduesimo genetliaco. Vive da quasi sessanta anni a Vico Equense, dove si è rifugiata, nel 1956, al culmine di un successo artistico, a livello mondiale, per una scelta d’amore: amore per la danza, amore per la vita. Il matrimonio, un figlio adorato. Appunto: Dance The Love. Attraverso gli occhi di questa stella meravigliosa, parlerò di Vico Equense, delle bellezze naturali di questa porta di accesso alla nostra costiera. Completerò, in tal modo, anche geograficamente, il mio disegno affettivo. Ma scriverò anche dello scenario storico della guerra fredda, dello stalinismo e della caduta del socialismo reale. Il libro uscirà in lingua inglese, con un’appendice in italiano. Sarà presentato, subito, a Vico Equense, a Londra, a Milano, a Roma e a Positano. Magari sulle Isole Li Galli. Il 12 dicembre prossimo, invece, presenterò, nel cuore storico di Massa Lubrense, un libro di Anna Maria Gargiulo, su “Maria, Mia Misericordia”, che mi consentirà di riprendere lo spirito, da lei richiamato, del primo romanzo della trilogia, diventato di drammatica attualità. La cultura e il dialogo, la solidarietà, la misericordia, non guerre insensate e bombardamenti, che coprono interessi economici e geopolitici, ci tireranno fuori da una spirale di odio, mascherato da guerre di religione, che minacciano la sopravvivenza dell’Occidente e dei nostri valori. Parlerò di “Maria, Madre della Misericordia e Madre di Gesù, ponte di grazia e di pace tra Cristianesimo e Islam”. Ha ragione Papa Francesco, nessuno può uccidere innocenti, in nome di Dio. E’ una bestemmia!
Nel libro su Lucio Dalla, Sorrento è ancora una volta centrale, a partire dal titolo. Con la presentazione del testo, in Italia ed all’estero, lei è diventato ambasciatore privilegiato della città e della sua promozione anche turistica. Come è vista Sorrento fuori da Sorrento?
Sorrento è amata in tutto il mondo, in Europa, in Asia e in America Latina. Come ho scritto, in una lettera aperta, al sindaco Peppino Cuomo - Cuomo ha inaugurato, con grande lungimiranza, questo viaggio d’amore, sul legame tra Lucio Dalla e Sorrento! - nel fare un primo bilancio di pochi mesi di pellegrinaggio culturale: un successo! Non un mio successo, badi bene, ma un successo della nostra amata città, della sua storia di ospitalità, degli albergatori più illuminati, dei commercianti più corretti e di tutti coloro, che si adoperano, per rendere il soggiorno degli ospiti di Sorrento, come unico. Che sorridono agli ospiti, mentre questi passeggiano tra i decumani, e non li considerano polli da spennare! Ma le vere ambasciatrici di Sorrento nel mondo sono state, sono e saranno, sempre, due canzoni immortali: “Torna a Surriento” e “Caruso”! Quando sullo schermo apparivano le immagini di Sorrento, presenti nel mio docufilm, con la colonna sonora delle due melodie, esplodevano spontanei gli applausi! Sorrento occupa un posto nel cuore del mondo. Guai a chi non salvaguarderà questa dimensione dello spirito! Guai a chi attenterà, per lucro e famelico arricchimento, al futuro di Sorrento.
E lei come vede Sorrento, da sorrentino, che ha la possibilità di guardarla spesso “oltre la cerchia delle mura antiche”? Il futuro di Sorrento, appunto!
Il futuro di Sorrento? Natura, cultura e ospitalità! Tutela assoluta dei beni paesaggistici e delle riserve naturali. Basta con il consumo insensato e indiscriminato del territorio. Infrastrutture moderne, anche igieniche, per evitare il rinnovarsi della vergogna di questa estate, con il mare inquinato. Mobilità e salubrità dell'aria, con infrastrutture avveniristiche, già sperimentate in altri centri turistici internazionali. Alta cultura, eventi di rilievo internazionale, quella che attrae, coinvolge e convoglia migliaia di ospiti, da tutto il mondo, programmata con almeno due anni di anticipo. Inserita nei tour mondiali delle tappe culturali. Non i soliti concerti strapaesani, fatti per le clientele elettorali. Il piccolo cabotaggio, nella cultura, non serve a niente. Poi, qualità, qualità, qualità dell'offerta turistica e dei servizi. Su questo sono più tranquillo! Le grandi famiglie alberghiere sorrentine hanno sempre risposto in modo adeguato alla sfida dell’ammodernamento e della qualità. Cito, tra le altre: i Fiorentino, i Russo, i Manniello, gli Acampora, i Colonna. Per la ristorazione sorrentina, intesa come costiera, possiamo sfidare il mondo. Cito, solo ad esempio, il Maestro Don Alfonso Iaccarino con tutti gli chef stellati, attivi da Massa Lubrense a Vico Equense.
Il suo prossimo romanzo, che uscirà nella primavera del 2016, è dedicato, come ha anticipato, alla grande danzatrice russa Violetta Elvin, che vive a Vico Equense. Lei rivela la vita di questa donna e artista straordinaria, sconosciuta ai più anche per lo stile di vita riservato che ha tenuto. Ce ne può parlare, in modo più diffuso?
Donna Violetta Elvin Savarese è un miracolo vivente di intelligenza, di bellezza, di fascino, di classe e di amore per la vita. The Love. La sua vicenda, umana e artistica, va oltre il romanzo, diventa commedia divina, in un intreccio di arte, di storia, di sentimenti e bellezza della natura. Una vita d’amore per l’arte e per la famiglia, che, mi auguro, possa offrire alle nuove generazioni, un esempio di tenacia e di attaccamento ai valori della libertà, non solo artistica, ma personale. Io mi sento onorato, lusingato ed insieme gratificato, di aver raccolto i suoi ricordi più belli e di poterli trasmettere, attraverso un romanzo, ai giovani. Spero soltanto di essere all’altezza del compito. Donna Violetta avrebbe meritato ben altro biografo, al mio posto. Non lo dico per falsa modestia, mi creda, ma con serena consapevolezza.
Qual è il senso più profondo de “La Trilogia Sorrentina”?
In una società che diventa globale e virtuale, il culto per la propria terra, per la propria storia, civile e religiosa, per le proprie tradizioni, per la propria lingua, per la propria cucina, per la propria natura, per la propria comunità, per i propri riti religiosi e per la propria quotidianità di vita, diventa uno scudo, una difesa, una barriera, contro l’omologazione culturale, sociale e psicologica, ormai imperante. Dobbiamo saper usare gli strumenti dei nuovi media, senza restarne però schiavi. Sono mezzi, non fini. Temo che molti giovani, e non giovani, siano diventati già prigionieri del virtuale, anche sul piano dei sentimenti, dell'affettività e dello stesso eros. Si tratta di un pericolo immane, peggio della droga e del gioco d'azzardo. Nelle famiglie, a tavola, ormai non si dialoga più, tutti a chattare e a navigare. Il progresso, anche tecnologico, va governato, altrimenti genera mostri, incontrollabili e distruttivi. La mia piccola terapia è “La Trilogia Sorrentina”, un atto di amore, unico e irripetibile, verso la mia terra. Un mondo di sentimenti e di valori, che non possono tramontare, pena la morte dell’Uomo. Era questa anche la grande preoccupazione anche dello “zingaro” di Bologna: se muore l’artigianato, muore l’umanità!
Cosa riserverà ancora alla sua terra, il Raffaele Lauro scrittore?
I progetti sono ancora tanti. Quel che resta del giorno, tuttavia, è un tempo ormai breve! Ciò che la divina provvidenza vorrà. Cerco di cogliere i segnali, che mi manda, e di secondarli, sempre a fini positivi. Per ora, mi basta continuare a vivere, nella ritrovata fede cristiana di Marino Correale, nel legame cinquantennale di Lucio Dalla con Sorrento e nell’amore di Violetta Elvin per la collina vicana, dalla quale discesero i miei nonni materni, due giovani sposi contadini, Raffaele e Peppinella, per trasferirsi a Sorrento, a coltivare la terra, a San Renato e, poi, a Sant’Agnello, a Migliaro, dove sono nato, di fronte alla Chiesa di San Martino. Chi ha la certezza, intellettuale e filosofica, prima che religiosa, del Limite e dell’Assoluto, sa bene che, alla fine, tutto diventerà polvere, come ridotta in polvere fu persino la superbia di Lucifero.
Roma, 30 novembre 2015