07/03/2017
Dal mare di Sorrento ai monti di San Martino Valle Caudina. Due giorni scanditi da emozioni, ricordi, aneddoti su uno dei più importanti ed innovativi cantautori italiani, Lucio Dalla, legato indissolubilmente sia al centro costiero, che ispirò la sua “Caruso”, scritta nel luglio del 1986, che alla località irpina dove quel brano, destinato a divenire tra i più cantati al mondo, venne eseguito per la prima volta il 17 agosto di quello stesso anno, nell’ambito della rassegna “San Martino Arte”. E nel nome dell’artista bolognese, che è stato stretto il gemellaggio tra Sorrento e San Martino Valle Caudina, siglato dai sindaci, Giuseppe Cuomo e Pasquale Pisano, e dagli assessori alla Cultura, Maria Teresa De Angelis e Francesco Bello, con la reciproca consegna delle chiavi delle due città. “Il gemellaggio con Sorrento è una pagina di storia - ha commentato il sindaco Pisano - Per noi è motivo di grande orgoglio. Ci auguriamo di potere inaugurare un percorso fatto di iniziative culturali, ma anche economiche, per le nostre aziende, soprattutto quelle attive nel settore agroalimentare e per farci uscire da quell’isolamento che purtroppo caratterizza la quasi totalità delle aree interne della Campania”. Un appello raccolto dal sindaco Cuomo, che si è detto disponibile ad incoraggiare scambi ed azioni tra le due comunità, anche sotto l’aspetto dello sviluppo imprenditoriale. “Da oggi inizia un cammino fatto di amicizia e di lavoro nel ricordo di Dalla - ha annunciato - Lui è uno dei personaggi che hanno fatto grande Sorrento. E a sua volta fu accolto con grande affetto dai sorrentini, all’inizio della sua carriera. Per questo siamo certi che anche il legame con i cittadini sammartinesi sarà sincero, forte e duraturo”. Ad impreziosire ulteriormente l’evento, le tavole rotonde sul tema “Lucio Dalla: uomo, poeta e musicista”, organizzate dallo scrittore sorrentino Raffaele Lauro, che nei suoi interventi ha ripercorso i quattro intensi anni, dedicati a Dalla, tra libri, docufilm, tour e, ora, una canzone. “Sono orgoglioso - ha spiegato - come sorrentino e come cittadino onorario di San Martino Valle Caudina, di aver recuperato alla nostre due comunità il patrimonio di memorie, legato a Lucio Dalla, consacrato da questo storico gemellaggio, aperto al futuro". Un incontro, quello tra Sorrento e San Martino Valle Caudina, definito “bizzarria della vita”, da Gianni Raviele, già capo dei servizi culturali del Tg1, ideatore di trasmissioni come Prisma e Primissima e ideatore di “San Martino Arte”, il contenitore estivo che ospitò, oltre a Dalla, alcuni tra i più noti protagonisti della nostra musica leggera. “Dalla ci ha legati con un filo rosso a Sorrento - ha dichiarato - Nessun avrebbe potuto mai pensare che un piccolo comune di montagna sconosciuto ai più, avrebbe stretto rapporti con un centro famoso nel mondo, riferimento dei sogni e dell’amore. Il tutto nel segno dell’amicizia, che per Dalla era un punto di riferimento vitale”. Anche Vincenzo Mollica, volto noto del giornalismo televisivo, ha voluto ricordare in collegamento telefonico le sue frequenti puntate in compagnia di Lucio Dalla, a Sorrento e a San Martino Valle Caudina. “Caruso contiene l’essenza più alta della sua poetica - ha detto - Era orgoglio di quella canzone. Del resto Lucio era verdiano, incline al melodramma. Eppure il suo amore per la vita e per la gente era unico e speciale”. Un cittadino del mondo, autore di testi di grande modernità, all’insegna della contaminazione. Ma anche un uomo per il quale l’amicizia era un punto di riferimento vitale, come testimoniato da tre amici sorrentini del cantatore scomparso: Angelo Leonelli, il “confessore laico” di Dalla, che nel suo locale a Marina Piccola, accoglieva il cantautore, ad ogni tappa a Sorrento, il farmacista Gianfranco Villa e l’imprenditore Riccardo Scarselli. A conclusione della speciale due giorni, anche l’intervento di Ferdinando Pinto, sindaco di Sorrento all’epoca del conferimento della cittadinanza onoraria a Lucio Dalla, proposta dall’attuale primo cittadino, Giuseppe Cuomo. Pinto ha raccontato quella cerimonia, nell’estate nel 1997, quando l’artista si presentò in bermuda e maglietta. “Riuscì a far sentire noi inadeguati, con le nostre giacche, cravatte e abiti eleganti - ha ricordato - In quel momento capii che era un vero leader”.
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