05/05/2020
“Palazzo Marziale”, splendido, elegante, raffinato, accogliente e lussuoso boutique hôtel, nel cuore di Sorrento, si conferma tra i primi dieci piccoli hôtel d’Italia. Ideato dalla Famiglia Savarese Ravenna e governato, con classe impareggiabile, da Paola Savarese Ravenna, insieme con la preziosa collaborazione del marito Salvatore e delle figlie Rita e Maria Luisa, rappresenta un fiore all’occhiello della storica arte dell’accoglienza sorrentina. Un felice auspicio di ripresa, in questa fase, per tutta la filiera turistica della costiera sorrentino-amalfitana.
Ad maiora,
Raffaele
Raffaele Lauro, Il Palazzo Marziale di Sorrento, GoldenGate Edizioni, 2016, pp. 129
“Un hortus conclusus sullo sfondo di un magico aranceto sorrentino (uno dei tanti luoghi magici della città), un tripudio di profumi e di colori che pare voglia anticipare, ai fortunati ospiti che vi hanno accesso, il giardino dell’Eden. È il Palazzo Marziale di Sorrento, la cui lunga, antica storia, continua a vivere grazie agli attuali proprietari, la famiglia Savarese-Ravenna, che lo ha reso un luogo incantato da vivere. Grazie a una donna gentile, regina attuale di quel regno, che con determinazione tutta femminile ha realizzato il sogno della sua vita, perseguito con passione: Paola Savarese Ravenna, nata a Vico Equense, studi classici, laurea in Giurisprudenza, ha dispiegato in questa dimora l’amore per il bello e la cura del genius loci, insieme all’arte dell’accoglienza che le proviene dalla sua formazione. Quella di Palazzo Marziale è una storia importante che affonda nella leggenda e si radica nelle vicende della nobile città di Sorrento, città del demanio reale, non infeudata, né infeudabile, per concessione di due regine di Napoli (Giovanna I e Giovanna II). Nel secolo XIII, la nobiltà di Sorrento, al pari di quella napoletana, derivante, a sua volta, dalla nobiltà municipale francese, era la protagonista del sistema di governo urbano, nell’ambito del Regno di Napoli, mantenendo un importante livello di autonomia. Il governo veniva esercitato nei due Sedili, il Sedile di Porta e il Sedile di Dominova, nei quali sedevano le più nobili famiglie sorrentine, gelose delle loro ascendenze reali e dei loro privilegi. Bisogna ricordare che nonostante le lotte tra le famiglie patrizie, il potere talora tirannico e i balzelli fiscali imposti al popolo, la nobiltà sorrentina mise in moto l’economia locale facendo a gara per affidare ad architetti di rilievo la costruzione dei suoi magnifici palazzi e ad artisti rinomati l’abbellimento delle sue splendide dimore. Tra le famiglie più note vi era, infatti, la famiglia Marziale, che la leggenda voleva, così come riportato da studiosi di storia patria sorrentina, risalisse agli antichi sacerdoti di Marte, da cui il cognome Marziale. E, in effetti, a parte il mito fondativo, si avvalorerebbe l’idea di un’origine militare della famiglia Marziale e delle sue virtù militari, di cui diede prova soprattutto negli anni travagliati delle guerre cinquecentesche. Il Palazzo Marziale occupava nella città un sito strategico e di altissimo pregio, a conferma del prestigio politico ed economico della famiglia. Fatto edificare dai Marziale verso gli ultimi decenni del XV secolo, secondo lo stile, allora prevalente, catalano-durazzesco, che rientra nel gusto del Rinascimento meridionale, il Palazzo si trovava a pochi metri dalla Basilica di Sant’Antonino, patrono della città, e in una zona dove vi era una forte concentrazione di edifici monastici, anch’essi centri di potere voluti dalle famiglie patrizie più importanti. Poi, ci fu la tragica cesura del sacco dei turchi del 1558, la nefasta notte del 13 giugno che portò dolore e lutto infiniti alla città e toccò ogni famiglia, plebea o patrizia, di Sorrento: anche la casa e la famiglia dei Marziale furono colpite, e da allora iniziò la decadenza. I Marziale, come altre famiglie nobili sorrentine, si sarebbero estinti ai primi dell’Ottocento. Ma il Palazzo, sapientemente restaurato dagli attuali proprietari, rivive grazie alla “magica abitatrice del castello”, Paola Savarese Ravenna, maestra di accoglienza e di ospitalità, che vi regna sovrana e rende ancora più bello, con il suo gusto raffinato, quel luogo di bellezza. Un Palazzo che vive perché divenuto dimora ospitale, dotato di tutti i comfort e servizi moderni: lì dove la tradizione si sposa con l’arte alberghiera e imprenditoriale propria della gente sorrentina.” (Estratto dal saggio critico in uscita sull’opera narrativa di Raffaele Lauro, scritto da Patrizia Danzè, dal titolo, “L’UNIVERSO AMORE”, GoldenGate Edizioni, 2020)