12/05/2020

I cittadini italiani, i lavoratori e le imprese sono in attesa spasmodica del terzo decreto-legge economico, che forse, sempre forse, sarà varato, nel pomeriggio, dal Consiglio dei Ministri. Come in precedenza con il cosiddetto decreto “Cura Italia”,  ribattezzato giustamente dal popolo  “Ammazza Italia”, con il cosiddetto decreto “Liquidità”, ribattezzato giustamente dalle imprese “Illiquidità”, il Governo Conte continua a sfidare il ridicolo (il titolista dei decreti-legge e presidenziali meriterebbe un Oscar per la sua tragica autoironia!) anche con il cosiddetto decreto “Rilancio”, ex decreto di aprile ed ex decreto maggio. Il terzo decreto, infatti,  minaccia di essere ribattezzato dalla comunità nazionale “Rilancio...nel baratro”.   Infatti, dalla  lettura della bozza, circolata ieri, si può constatare come i 250 articoli, e più, risultino, al solito, scritti male, confusi, inappropriati e inefficaci. Si spera vivamente di essere smentiti, dopo le intollerabili trattative di potere e gli scontri notturni tra il M5s, il PD, Italia viva e Leu! Uno nuovo “mostro giuridico”, dunque, si teme stia per nascere, una ennesima mostruosità che non correggerebbe e non semplificherebbe, ma complicherebbe le misure precedenti, peraltro del tutto inattuate. Conte e i suoi ministri, nonché la maggioranza che li sostiene (maggioranza?), sono in uno stato confusionale, uno stato che prescinde dalla drammatica realtà sociale ed economica del paese. Un autentico “Cupio dissolvi”! Non hanno ancora capito che se fallissero anche con questo terzo decreto, oltre a sancire la fine del governo più inutile e incompetente della storia della Repubblica, avrebbero sulla coscienza il fallimento dell’economia nazionale. L’emblema assoluto di questa tragica disfatta appare, insieme con Conte, il ministro dell’ Economia e delle Finanze, Roberto Gualtieri, incapace, per mancanza di autorevolezza e di credibilità, di: - ricondurre ad unità i contenuti del terzo decreto economico; - di far scrivere, ai molti consiglieri giuridici, norme chiare, semplificate, gestibili e sburocratizzate; - di indicare coperture finanziarie “certe”, anzi “certissime”, invece che quelle derivanti da decisioni a venire, in sede europea; - di annunziare, a mezzo stampa, misure fiscali definite, e non  “abbuoni” (sconti?) indecifrabili. Un ginepraio quello delle imposte e delle scadenze, a carico delle imprese, che semina uno sconcerto generale tra gli imprenditori, grandi, medi e piccoli. Sarà un vero “privilegio”, nel prossimo articolo sul PD e sui suoi ministri al governo, poter esaltare le “prodezze”, anche linguistiche, di due ministri PD in particolare: Gualtieri per l’economia e Franceschini per il turismo, la cenerentola di sempre, condannata ormai ad un ruolo di “sguattera” dal “regime contiano”! Si attende, quindi, il nuovo capolavoro legislativo del Governo Conte, nella speranza, ultima Dea, di una svolta positiva, anche se i segni premonitori appaiono devastanti! Raffaele Lauro, Roma, 12 maggio 2020, ore 13.00)

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