24/08/2020
Oltre 10 milioni di soggetti, sia imprese sia famiglie, sono coinvolti, con alcuni rilevanti rischi, nel fenomeno della cessione dei crediti deteriorati da parte delle banche a fondi specializzati. Si tratta di circa 360 miliardi di euro di prestiti non rimborsati da più di 2,2 milioni di clienti degli istituti di credito a cui si aggiungono gli obbligati e i co-obbligati, i garanti e i dipendenti delle imprese debitrici in crisi, per un totale, dunque, di oltre 10 milioni di soggetti che potrebbero diventare molti di più a stretto giro con le conseguenze economiche della pandemia da Covid-19. È quanto emerge da una ricerca del Centro studi di UNIMPRESA, secondo la quale le norme europee e italiane hanno indotto le banche del nostro Paese a continue cessioni massive dei loro crediti deteriorati senza mai considerare il loro impatto sull'economia reale, sulle imprese, sull'occupazione, sulle famiglie, sulla società in generale. Gli unici che ottengono benefici, secondo quanto denuncia la ricerca di UNIMPRESA, sono i fondi cessionari che hanno comprato al 10% o al 30% (nel peggiore dei casi) pacchetti di crediti inesigibili spesso molto sottovalutati, con una conseguenza: le banche puliscono i bilanci con la svendita di npl (non performing loan), regalandoli, di fatto, a società specializzate nel recupero crediti che comunque hanno assicurati importanti margini di guadagno. "La non corretta gestione delle posizioni creditorie dei crediti deteriorati ha effetti economici e sociali evidenti. Si parla sempre e solo di numeri, ma dietro i numeri ci sono persone, imprese, posti di lavoro e famiglie che non sono stati tutelati, anzi, hanno ricevuto una spinta per impantanarsi ulteriormente", commenta il consigliere nazionale di UNIMPRESA, Gaetana Lorenza Ortisi, secondo cui "quello delle sofferenze bancarie a carico delle famiglie ed imprese è un nodo che va risolto rapidamente, altrimenti non sarà possibile rimettere in moto l'economia del nostro Paese". Secondo il consigliere nazionale di UNIMPRESA "occorre emanare una legge che dia pronta soluzione alle criticità evidenziate per ridare stimolo all'economia reale e sgravare famiglie, imprese e banche da un fardello oramai troppo pesante che rallenta inevitabilmente lo sviluppo del sistema Italia. A mio parere - dice ancora Ortisi - la soluzione potrebbe essere unificare le tre proposte di legge in quanto si occupano di regolamentare le diverse fasi della gestione del credito deteriorato ciò permetterebbe di affrontare tutte le problematiche salvaguardando i legittimi diritti delle parti con il riequilibrio delle reciproche posizioni. Auspico che la forza dirompente della crisi attuale spinga i nostri politici a non mettersi al fianco delle banche, come è stato sino ad ora, approvando una legge che riesca a tirare fuori dall'indebitamento milioni di famiglie ed imprese".