09/02/2021
di Riccardo Piroddi
In occasione del settantasettesimo compleanno, che ricorrerà domani, 10 febbraio, interrompendo la mia nota riservatezza, voglio rivolgere degli auguri pubblici al professor Raffaele Lauro, per tutti il “prof”, come è stato più volte ricordato. Non mi soffermerò sulle sue qualità umane, intellettuali e culturali (sarebbe troppo lungo!), tantomeno sulla sua prestigiosa carriera istituzionale e di scrittore, ma non posso sottacere il mio consapevole orgoglio per averlo assistito sia nell’impegno parlamentare, in Senato, che nell’attività narrativa. Da lui ho appreso, innanzitutto – e non solo – il metodo e il rigore negli studi, nella ricerca e nel lavoro. Con un principio: non lasciare mai a metà un qualsivoglia compito, indefinito o irrisolto! I miei, pertanto, sono auguri speciali, auguri “santagatesi” di buona salute e di felice prosieguo nei suoi molteplici impegni. So bene che gli saranno graditi, in quanto sono testimone dei suoi legami affettivi e amicali con Massa Lubrense e, in particolare, con Sant’Agata sui Due Golfi. A Sant’Agata i suoi amati genitori, Luigi e Angela, hanno trascorso anni sereni e meravigliosi, assistiti dalla fedele Michelina, prima di trasferirsi a Roma. Qui ha coltivato la sua grande amicizia con Alfonso e Livia Iaccarino, i miei zii, con la mia famiglia, in particolare con mia sorella Tiziana, con mia zia Rosa, con Tommaso Staiano e la figlia Giovanna, con Lello Staiano e il figlio Giuseppe, con Salvatore, suo figlioccio, e Paola Ravenna, con Luigi Poi, con Giulio Iaccarino, con i priori e i confratelli della Confraternita del SS. Rosario, della quale è membro onorario, con Pina, Francesco e Firminia di Peppino Francischiello, con Lorenzo Balducelli e con Lello Acone. Ha dedicato, inoltre, un romanzo straordinario al nostro paese, all’epopea di don Alfonso Costanzo Iaccarino, mio bisnonno materno, e al legame tra la nostra terra e il grande poeta Salvatore di Giacomo, aiutato, nei ricordi, da un santagatese di eccellenza, Tonino Siniscalchi. Ha descritto magistralmente il tragico sacco turco di Sant’Agata nel suo romanzo storico, “Sorrento The Romance”. Due libri che dovrebbero leggere tutti i santagatesi, a cominciare dai giovani, le cui pagine sulle nostre bellezze naturali sono emozionanti e irripetibili. E mi fermo qui, perché il numero dei suoi legami, santagatesi e massesi, sarebbe troppo lungo. Auguri, caro prof., e ritorna sempre a Sant’Agata sui Due Golfi, una terra che non tradisce e non delude mai chi ha imparato ad amarla e a celebrarla, come hai fatto tu. PROSIT!